Noi
YSORYS, una storia inconsueta
La nascita della linea Ysorys ha dei tratti di concepimento, e sviluppo, non frequenti nel settore del Beauty Professionale
Sono Eligio Caleffi, il Titolare del Brand Ysorys e non ho difficoltà a raccontare che sono approdato ed entrato in questo settore per pura casualità.
Erano gli anni 1996/1999; a seguito della mia attività precedente, mi trovai a svolgere una consulenza organizzativa e di controllo di gestione (era appunto la mia attività precedente) in un’azienda del settore della cosmesi professionale.
Allora io di cosmesi e di trattamenti professionali non ne capivo proprio nulla !
Si verificarono una serie di circostanze temporali e di nuovi rapporti umani, che visti da oggi sembrano uniche e irripetibili; nel volgere di pochi mesi mi trovai a conoscere direttamente sia la fase di produzione del cosmetico che la sua applicazione in cabina da parte dell’estetista.
Ebbi insomma la possibilità di essere a contatto con vari formulatori che si occupavano di “pensare” il cosmetico e di formularlo, ed allo stesso tempo mi venne proposto di andare dall’Estetista a verificare (assieme a lei in cabina) le Formulazioni che erano state immaginate ed approntate.
Nacque così nel mio modo di ragionare il cosmetico, e del tutto involontariamente, una specie di traduttore automatico (diciamo un “Google Translate” improvvisato e pratico), che cercava di coniugare ciò che era possibile fare dal punto di vista formulativo, con ciò di cui le Estetiste (divennero circa un centinaio nel volgere di pochi mesi) avevano necessità per mitigare efficacemente gli inestetismi. Si realizzava così una integrazione tra possibilità ed esigenze, integrazione che ha plasmato, soprattutto per il lavoro cabina, il mio/nostro modo di mettere a punto i protocolli di trattamento.
Ricordo che erano i tempi pionieristici della ricerca di contenuti tecnici su internet; passavo serate intere a cercare, anche le più piccole frazioni di nozione cosmetica e fisiologica, che potessero poi essere utili direttamente sul campo.
Sono passati da allora circa 25 anni e non ho mai smesso di cercare in una formulazione professionale, non tanto l’aspetto “Edonistico” di un nuovo principio attivo, bensì una possibile struttura complessiva del formulato, capace di affrontare (nel limite di quello che la permeabilità della pelle consente) le condizioni di disequilibrio, che ciascun inestetismo ha connaturate nella struttura cutanea di profondità.
Per tornare ai giorni nostri, mi sento di poter affermare che:
- Il cosmetico oggi può essere pensato e messo a punto con logiche e test di sicurezza e di efficacia di livello scientifico.
- I Brand di cosmesi professionale e le operatrici del settore, dovrebbero attraverso le loro competenze ed il loro “verbo”, cercare di fare molto più fronte comune, verso le invasioni di “improbabili blogger”, e del “caos” che regna su internet.
- Sono dell’idea che il consumatore finale cerca ancora professionisti competenti, realmente capaci di “prendere in carico” l’inestetismo sia nella sua estetica, ma anche nella fisiologia che lo origina
Il Beauty è un mercato potenzialmente ampio, ma il canale professionale rischia di essere in sofferenza nonostante abbia enormi potenzialità.
Dal mio punto di vista le case cosmetiche debbono perciò adoperarsi negli sviluppi formulativi ; le Professioniste Estetiste, devono scegliere le formulazioni più idonee, ed impegnarsi a trasmettere inequivocabilmente competenza e “cultura del lavoro cosmetico e professionale sulla pelle”.
Penso che questi due atteggiamenti, se portati fianco a fianco al consumatore, possono aiutare il settore a non rischiare di dover “cedere” una più ampia sovranità di mercato, a chi cavalca i canali mediatici e semplicistici per coinvolgere ed attirare il consumatore finale.
Personalmente percepisco che ci troviamo all’interno di una fase storica, nella quale serve un salto di qualità complessivo.